Savino Lagrasta è un avvocato ossessionato da due cose: le severissime ma vane diete che gli impone la moglie Celeste e il menage con l'amante Zelmira, con cui egli si apparta la mattina presto, poco prima del suo lavoro in tribunale. Anche la bella Celeste ha però un amante: Andrea Soldani,che è un architetto. Quando Savino lo scopre chiede a Don Vito, noto mafioso della provincia di Asti dove è ambientato il film, di aiutarlo a farli fuori entrambi.
Nel frattempo, per festeggiare il compleanno del marito, Celeste organizza un party nella villa ideata per loro dal suo amante Andrea, durante il quale il killer mandato da Don Vito viene ucciso. A causa di un equivoco Savino crede di averlo ucciso lui e per tutta la festa cercherà nei modi più strampalati di occultare il cadavere (prima lo appoggia sul bidet e Cesarino che deve fare il bisognino lo vede,poi lo nasconde nella vasca da bagno mentre lui è dentro essa,poi lo nasconde nell'armadio e il giudice Ulderico se ne accorge e lui afferma di essere omosessuale, lo vede anche Cesarino; gli unici a non accorgersene della presenza del cadavere nell'armadio sono Zelmira e Andrea l'architetto. Poi Savino nasconde il cadavere nel gabinetto per sbaglio e nel tentativo di farlo uscire preme tanti pulsanti e diventa tutto bianco e lo nasconde vicino alle statue e infine lo seppellisce). Tuttavia alla fine della festa l'enigma si risolve: il killer è stato in realtà ucciso dai Marsigliesi, altra famiglia mafiosa rivale di Don Vito, e non da Savino che quindi è salvo.
Tuttavia ciò non basta al principe del foro pugliese per essere salvato dalle corna. Celeste infatti fugge col suo amante, ossia l'architetto, e Savino decide di suicidarsi mangiando a volontà tutti quei cibi gustosi e ipercalorici che la moglie gli aveva rigorosamente proibito (gli spaghetti che danno il titolo al film, pollo, abbacchio, ecc.). Durante la sua abbuffata autolesionista fa ritorno la moglie, pentita del gesto, che decide di "ammazzarsi" insieme al consorte
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